“Assalto al cielo” non è solo il nome di questo blog. È anche la denominazione che si è data la forma organizzativa di tipo collettivo che sta lentamente prendendo corpo riunendo militanti e attivisti delle più varie provenienze della sinistra, a partire da un piccolo nucleo di compagni che hanno rotto col Pdac in ragione della profonda e irreversibile burocratizzazione della sua direzione.
I compagni che si riuniscono intorno a questo strumento di discussione, studio, approfondimento teorico e pratica politica quotidiana rivendicano gli insegnamenti del marxismo rivoluzionario così come ci sono giunti dalle elaborazioni di Marx, Engels, Lenin, Trotsky, Luxemburg e dalle esperienze della lotta di classe internazionale del movimento operaio, e ne riaffermano la validità e la vigenza, pur nella consapevolezza della necessaria attualizzazione.
In particolare, rivendichiamo e ci rifacciamo al legato storico, politico e teorico che, dal Manifesto di Marx ed Engels sino al Programma di Transizione di Trotsky, passando per l’esperienza storica e le teorizzazioni dei primi quattro congressi della Terza Internazionale di Lenin, giunge a noi attraverso la lotta rivoluzionaria del proletariato internazionale, le sue vittorie e sconfitte.
Sappiamo bene che, affinché la rivoluzione socialista possa trionfare, è necessario lo strumento del partito rivoluzionario, nazionale ed internazionale: strumento che va forgiato da subito per consentire al movimento operaio di emanciparsi e rovesciare il sistema che l’opprime. E che va forgiato sulla base dei principi dell’internazionalismo proletario; della lotta senza quartiere al riformismo e a quanto resta dello stalinismo; della battaglia feroce contro i fenomeni di burocratizzazione delle organizzazioni politiche e sindacali dei lavoratori; dell’indipendenza di classe dalla borghesia, dai suoi governi e dai suoi partiti; del protagonismo della classe operaia – soggetto storico della rivoluzione – e della sua autorganizzazione nel vivo delle lotte. Vogliamo, insomma, che i lavoratori possano finalmente trasformarsi, da classe in sé, in classe per sé.
Siamo anche consapevoli della limitatezza delle nostre forze, ma comunque determinati a dare il nostro ancor piccolo contributo alla riuscita di quest’impresa, da cui dipende il futuro dell’umanità tutta.