Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Guerra in Ucraina, Imperialismo e guerre imperialiste

Ucraina: lotta fino alla fine

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Si è pra­ti­ca­men­te con­clu­sa l’av­ven­tu­ra ucrai­na nel­la regio­ne rus­sa di Kur­sk: un’o­pe­ra­zio­ne ini­zia­ta nei pri­mi gior­ni di ago­sto 2024 e ter­mi­na­ta in un bagno di san­gue. Diver­se sti­me indi­ca­no in 75.000 le per­di­te di Kiev (fra mor­ti, feri­ti gra­vi che non potran­no più com­bat­te­re e prigionieri).
Si è trat­ta­to di un’az­zar­da­ta scom­mes­sa di Zelen­sky, fat­ta per diver­se ragio­ni: allon­ta­na­re le trup­pe di Mosca dal fron­te del Don­bas dove avan­za­va­no ine­so­ra­bil­men­te; con­qui­sta­re  ter­ri­to­rio da scam­bia­re in futu­ri nego­zia­ti; mostra­re ai part­ner occi­den­ta­li le capa­ci­tà del pro­prio eser­ci­to sì da otte­ne­re ulte­rio­ri rifor­ni­men­ti di armi; umi­lia­re il Crem­li­no inva­den­do­ne le regio­ni, cosa che non si veri­fi­ca­va dal­la Secon­da Guer­ra mondiale.
Ma, alla fine, si è trat­ta­to di una scom­mes­sa per­sa: nes­su­no di que­sti obiet­ti­vi è sta­to rag­giun­to e il bilan­cio del con­flit­to per Kiev si è ulte­rior­men­te aggravato.
Pre­sen­tia­mo per­ciò l’a­na­li­si che del­l’o­pe­ra­zio­ne nel­l’o­bla­st di Kur­sk ha fat­to il noto ana­li­sta geo­po­li­ti­co e mili­ta­re Big Ser­ge, pub­bli­can­do qui di segui­to un estrat­to del suo ben più cor­po­so arti­co­lo.
Buo­na lettura.
La redazione

Ucraina: lotta fino alla fine


Big Serge

 

[…]

La gran­de disav­ven­tu­ra: crol­lo del fron­te a Kursk
Quan­do la sto­ria di que­sta guer­ra ver­rà riper­cor­sa retro­spet­ti­va­men­te, non ver­rò rispar­mia­to inchio­stro per descri­ve­re gli otto mesi dell’operazione ucrai­na a Kur­sk. Da una pro­spet­ti­va più ampia del­la nar­ra­zio­ne bel­li­ca, l’incursione ini­zia­le dell’Ucraina in Rus­sia ha sod­di­sfat­to una serie di esi­gen­ze, con l’AFU che “ha por­ta­to la guer­ra” in Rus­sia e ha pre­so l’iniziativa, anche se su un fron­te limi­ta­to, dopo mesi di con­ti­nue avan­za­te rus­se nel Donbas.
Nono­stan­te l’enorme iper­bo­le suc­ces­si­va al lan­cio dell’operazione Kur­sk in Ucrai­na (che ho iro­ni­ca­men­te deno­mi­na­to “Kre­po­st”, in omag­gio al pia­no tede­sco del 1943 per la pro­pria bat­ta­glia di Kur­sk), nei mesi suc­ces­si­vi que­sto è sta­to sen­za dub­bio un set­to­re di gran­de impor­tan­za, e non solo per­ché ha por­ta­to il distin­ti­vo dell’Ucraina a dete­ne­re il ter­ri­to­rio all’interno del­la Fede­ra­zio­ne Rus­sa pre­bel­li­ca. In base a un’attenta ana­li­si dell’assetto tat­ti­co, Kur­sk era chia­ra­men­te uno dei due assi del prin­ci­pa­le sfor­zo del­le For­ze Arma­te Ucrai­ne, insie­me alla dife­sa di Pokro­v­sk. Deci­ne di bri­ga­te sono sta­te coin­vol­te nell’operazione, tra cui una par­te signi­fi­ca­ti­va del­le prin­ci­pa­li risor­se ucrai­ne (bri­ga­te mec­ca­niz­za­te, d’assalto aereo e di fan­te­ria mari­na). For­se anco­ra più impor­tan­te, Kur­sk è l’unico asse in cui l’Ucraina ha com­piu­to un serio sfor­zo per gua­da­gna­re l’iniziativa e pas­sa­re all’offensiva nell’ultimo anno, e la pri­ma offen­si­va a livel­lo ope­ra­ti­vo ucrai­no (al con­tra­rio dei con­trat­tac­chi loca­li) dal loro assal­to alla linea rus­sa di Zapo­ri­z­hia nel 2023.
Det­to que­sto, mar­zo ha segna­to il cul­mi­ne di una gra­ve scon­fit­ta ucrai­na, con le for­ze rus­se che han­no ricon­qui­sta­to la cit­tà di Sud­z­ha (che costi­tui­va l’ancora cen­tra­le del­la posi­zio­ne ucrai­na nel­la regio­ne di Kur­sk) il 13 mar­zo. Seb­be­ne le for­ze ucrai­ne sia­no anco­ra pre­sen­ti al con­fi­ne, le for­ze rus­se han­no attra­ver­sa­to il con­fi­ne Kursk‑Sumy in Ucrai­na in altri pun­ti. Le for­ze arma­te ucrai­ne sono sta­te pra­ti­ca­men­te espul­se da Kur­sk e tut­ti i sogni di una fuga in Rus­sia sono sva­ni­ti. A que­sto pun­to, i rus­si ora con­trol­la­no più ter­ri­to­rio nel­la regio­ne di Sumy rispet­to agli ucrai­ni in quel­la di Kursk.
Que­sto sem­bra quin­di un buon momen­to per con­dur­re un’analisi dell’operazione Kur­sk. Le for­ze ucrai­ne han­no rag­giun­to il pre­re­qui­si­to fon­da­men­ta­le per il suc­ces­so in ago­sto: sono riu­sci­te a met­te­re in sce­na un pac­chet­to mec­ca­niz­za­to ade­gua­to – in par­ti­co­la­re, la coper­tu­ra fore­sta­le intor­no a Sumy ha per­mes­so loro di rag­grup­pa­re le risor­se in rela­ti­va segre­tez­za, a dif­fe­ren­za del­la step­pa aper­ta a sud – e ad otte­ne­re una sor­pre­sa tat­ti­ca, supe­ran­do le guar­die di fron­tie­ra rus­se all’inizio. Nono­stan­te la sor­pre­sa tat­ti­ca e la rapi­da con­qui­sta di Sud­z­ha, le for­ze arma­te ucrai­ne non sono però mai riu­sci­te a tra­sfor­ma­re la situa­zio­ne in una signi­fi­ca­ti­va pene­tra­zio­ne o sfrut­ta­men­to a Kur­sk. Perché?
La rispo­sta sem­bra risie­de­re in una serie di pro­ble­mi ope­ra­ti­vi e tec­ni­ci che si sono ali­men­ta­ti a vicen­da: per cer­ti ver­si que­sti pro­ble­mi sono comu­ni a que­sta guer­ra e ben noti, men­tre per altri sono pecu­lia­ri di Kur­sk, o alme­no Kur­sk ne ha for­ni­to una dimo­stra­zio­ne lam­pan­te. Più spe­ci­fi­ca­men­te, pos­sia­mo elen­ca­re tre pro­ble­mi che han­no con­dan­na­to l’invasione ucrai­na di Kursk:

  1. L’incapacità del­le for­ze arma­te ucrai­ne di amplia­re ade­gua­ta­men­te la loro penetrazione.
  2. La scar­sa con­net­ti­vi­tà stra­da­le dell’hub ucrai­no di Sud­z­ha con le loro basi di sup­por­to intor­no a Sumy.
  3. La per­si­sten­te sor­ve­glian­za rus­sa ISR-stri­ke sul­le linee di comu­ni­ca­zio­ne e di rifor­ni­men­to ucraine.

Pos­sia­mo vede­re, qua­si natu­ral­men­te, come que­sti ele­men­ti pos­sa­no ali­men­tar­si a vicen­da: gli ucrai­ni non sono sta­ti in gra­do di crea­re un’ampia pene­tra­zio­ne in Rus­sia (per la mag­gior par­te, le dimen­sio­ni del loro salien­te era­no infe­rio­ri a 30 miglia), il che ha ridot­to note­vol­men­te il nume­ro di stra­de a loro dispo­si­zio­ne per il rifor­ni­men­to e il rin­for­zo. La pene­tra­zio­ne limi­ta­ta e lo scar­so acces­so stra­da­le han­no a loro vol­ta per­mes­so ai rus­si di con­cen­tra­re i siste­mi d’attacco sul­le poche linee di comu­ni­ca­zio­ne dispo­ni­bi­li, con il risul­ta­to che gli ucrai­ni han­no fati­ca­to a rifor­ni­re o rin­for­za­re il rag­grup­pa­men­to attor­no a Sud­z­ha. Que­sta scar­sa con­net­ti­vi­tà logi­sti­ca e di rin­for­zi ha a sua vol­ta reso impos­si­bi­le agli ucrai­ni schie­ra­re for­ze aggiun­ti­ve per cer­ca­re di espan­de­re il salien­te. Ciò ha crea­to un cir­co­lo vizio­so di con­fi­na­men­to e iso­la­men­to per il rag­grup­pa­men­to ucrai­no che ha reso la loro scon­fit­ta più o meno inevitabile.
Pos­sia­mo, tut­ta­via, anda­re un po’ più a fon­do nel­la nostra ana­li­si e vede­re che cosa è suc­ces­so. Nel­le pri­me set­ti­ma­ne dell’operazione, le pro­spet­ti­ve dell’Ucraina sono sta­te gra­ve­men­te com­pro­mes­se da due gra­vi fal­li­men­ti tat­ti­ci che han­no rischia­to fin dall’inizio di tra­sfor­mar­si in una cata­stro­fe operativa.
Il pri­mo momen­to cri­ti­co è arri­va­to nei gior­ni dal 10 al 13 ago­sto; dopo i suc­ces­si ini­zia­li e la sor­pre­sa tat­ti­ca, i pro­gres­si ucrai­ni si sono arre­sta­ti men­tre i sol­da­ti ten­ta­va­no di avan­za­re lun­go l’autostrada da Sud­z­ha a Kore­ne­vo. Duran­te que­sto perio­do si sono veri­fi­ca­ti diver­si scon­tri, ma le soli­de posi­zio­ni di bloc­co rus­se sono sta­te man­te­nu­te men­tre i rin­for­zi afflui­va­no sul cam­po. Kore­ne­vo ha sem­pre rap­pre­sen­ta­to una posi­zio­ne cri­ti­ca, in quan­to fran­gi­flut­ti rus­so sul­la stra­da prin­ci­pa­le che con­du­ce a nord-ove­st da Sud­z­ha: fin­ché i rus­si lo aves­se­ro man­te­nu­ta, gli ucrai­ni non sareb­be­ro sta­ti in gra­do di amplia­re la loro pene­tra­zio­ne in que­sta direzione.

Cre­dit: Reuters

Con le dife­se rus­se che bloc­ca­va­no le colon­ne ucrai­ne a Kore­ne­vo, la posi­zio­ne ucrai­na era già gra­va­ta da una cri­si ope­ra­ti­va di base: la pene­tra­zio­ne era stret­ta e quin­di minac­cia­va di diven­ta­re un salien­te gra­ve e inso­ste­ni­bi­le. A rischio di fare una peri­co­lo­sa ana­lo­gia sto­ri­ca, la for­ma ope­ra­ti­va era mol­to simi­le alla famo­sa Bat­ta­glia del­le Arden­ne del 1944: col­to di sor­pre­sa da una con­trof­fen­si­va tede­sca, Dwight Eise­n­ho­wer die­de la prio­ri­tà alla limi­ta­zio­ne del­la lar­ghez­za, piut­to­sto che alla pro­fon­di­tà del­la pene­tra­zio­ne tede­sca, spo­stan­do i rin­for­zi per difen­de­re le “spal­le” del saliente.
Bloc­ca­ti a Kore­ne­vo, gli ucrai­ni han­no cam­bia­to stra­te­gia e han­no fat­to un nuo­vo ten­ta­ti­vo per con­so­li­da­re la spal­la occi­den­ta­le del­la loro posi­zio­ne (il loro fian­co sini­stro). Que­sto ten­ta­ti­vo mira­va a sfrut­ta­re il fiu­me Seym, che scor­re tor­tuo­so cir­ca ven­ti chi­lo­me­tri die­tro il con­fi­ne di sta­to. Attac­can­do i pon­ti sul Seym e lan­cian­do un attac­co di ter­ra ver­so il fiu­me, gli ucrai­ni spe­ra­va­no di iso­la­re le for­ze rus­se sul­la riva sud e di distrug­ger­le o costrin­ger­le a riti­rar­si oltre il fiu­me. Se ci fos­se­ro riu­sci­ti, il Seym sareb­be diven­ta­to un ele­men­to difen­si­vo di anco­rag­gio a pro­te­zio­ne del fian­co occi­den­ta­le del­la posi­zio­ne ucraina.

Fon­te: ZeroHedge

Il ten­ta­ti­vo degli ucrai­ni di sfrut­ta­re il Seym e crea­re un anco­rag­gio difen­si­vo sul loro fian­co era ben con­ce­pi­to in astrat­to, ma alla fine è fal­li­to. A que­sto pun­to, gli effet­ti del­la sor­pre­sa tat­ti­ca dell’Ucraina si era­no dis­si­pa­ti e sul cam­po era­no pre­sen­ti for­ti uni­tà rus­se. In par­ti­co­la­re, la 155a bri­ga­ta di fan­te­ria nava­le rus­sa ha man­te­nu­to la sua posi­zio­ne sul­la riva sud del Seym, con­ser­va­to i suoi col­le­ga­men­ti con le uni­tà vici­ne e con­dot­to una serie di con­trat­tac­chi: il 13 set­tem­bre le for­ze rus­se ave­va­no ricon­qui­sta­to la cit­tà stra­te­gi­ca di Sna­go­st, che si tro­va nell’ansa inter­na del Seym.
La ricon­qui­sta di Sna­go­st (e il col­le­ga­men­to con le for­ze rus­se che avan­za­va­no da Kore­ne­vo) non solo ha posto fine alla minac­cia alle posi­zio­ni rus­se sul­la riva sud del Seym, ma ha più o meno ste­ri­liz­za­to l’intera ope­ra­zio­ne ucrai­na, con­fi­nan­do­la in uno stret­to salien­te intor­no a Sud­z­ha e limi­tan­do la sua capa­ci­tà di rifor­ni­re il rag­grup­pa­men­to al fronte.
È piut­to­sto natu­ra­le che la con­net­ti­vi­tà stra­da­le sia più scar­sa oltre il con­fi­ne di Sta­to di quan­to non lo sia all’interno del­la stes­sa Ucrai­na, e que­sto è par­ti­co­lar­men­te vero per Sud­z­ha. Una vol­ta che Sna­go­st è sta­ta ricon­qui­sta­ta dal­le for­ze rus­se, il rag­grup­pa­men­to ucrai­no intor­no a Sud­z­ha ave­va solo due stra­de che lo col­le­ga­va­no alla base di sup­por­to intor­no a Sumy: la prin­ci­pa­le via di rifor­ni­men­to (MSR nel ger­go tec­ni­co) cor­re­va lun­go l’autostrada R200 ed era inte­gra­ta da un’unica stra­da a cir­ca 5 km a sud-est. La per­di­ta di Sna­go­st ha costret­to le For­ze Arma­te Ucrai­ne a rifor­ni­re e rin­for­za­re un gran­de rag­grup­pa­men­to mul­ti-bri­ga­ta con solo due stra­de, entram­be ben rag­giun­gi­bi­li dai siste­mi d’attacco russi.
Que­sta scar­sa con­net­ti­vi­tà stra­da­le ha per­mes­so ai rus­si di sor­ve­glia­re e col­pi­re costan­te­men­te i rifor­ni­men­ti e i rin­for­zi ucrai­ni, ren­den­do dif­fi­ci­le l’avanzata ver­so Sud­z­ha, in par­ti­co­la­re dopo che le for­ze rus­se han­no ini­zia­to a uti­liz­za­re su lar­ga sca­la dro­ni FPV a fibra otti­ca, che sono immu­ni alle inter­fe­ren­ze. Un altro van­tag­gio dei dro­ni a fibra otti­ca, che non è così ampia­men­te discus­so, è che man­ten­go­no il segna­le duran­te l’avvicinamento fina­le al ber­sa­glio (al con­tra­rio dei model­li con­trol­la­ti in moda­li­tà wire­less, che per­do­no la poten­za del segna­le quan­do scen­do­no a bas­sa quo­ta duran­te l’attacco). La sta­bi­li­tà del­la poten­za del segna­le del­le uni­tà a fibra otti­ca è un gran­de van­tag­gio per la pre­ci­sio­ne, in quan­to con­sen­te ai con­trol­lo­ri di con­trol­la­re il dro­ne fino all’impatto. For­ni­sco­no inol­tre un feed video ad alta riso­lu­zio­ne che ren­de più faci­le indi­vi­dua­re e col­pi­re vei­co­li e posi­zio­ni nemi­che nascoste.

Dal pun­to di vista ope­ra­ti­vo, la prin­ci­pa­le carat­te­ri­sti­ca dei com­bat­ti­men­ti a Kur­sk è l’orientamento orto­go­na­le degli sfor­zi da par­te dei com­bat­ten­ti. Con que­sto inten­dia­mo dire che le con­trof­fen­si­ve rus­se era­no diret­te ai fian­chi del salien­te, com­pri­men­do costan­te­men­te gli ucrai­ni in una posi­zio­ne più ristret­ta (alla fine del 2024, gli ucrai­ni ave­va­no per­so metà del ter­ri­to­rio che un tem­po dete­ne­va­no), men­tre gli sfor­zi ucrai­ni per ripren­de­re il loro pro­gres­so mira­va­no a spin­ger­si più in pro­fon­di­tà in Russia.
A gen­na­io gli ucrai­ni han­no lan­cia­to un nuo­vo attac­co da Sud­z­ha, ma inve­ce di ten­ta­re di allar­ga­re e con­so­li­da­re i loro fian­chi, que­sto attac­co mira­va anco­ra una vol­ta a col­pi­re lun­go l’autostrada ver­so Bol­shoye Sol­da­tskoye. L’attacco è sta­to respin­to per come era sta­to pia­ni­fi­ca­to, con le colon­ne ucrai­ne che avan­za­va­no per qual­che chi­lo­me­tro lun­go la stra­da pri­ma di crol­la­re con pesan­ti per­di­te, ma anche se aves­se avu­to suc­ces­so non avreb­be risol­to il pro­ble­ma fon­da­men­ta­le, che era la ristret­tez­za del salien­te e la limi­ta­ta con­net­ti­vi­tà stra­da­le per i rifor­ni­men­ti e i rinforzi.
A feb­bra­io, il rag­grup­pa­men­to ucrai­no a Kur­sk era chia­ra­men­te esau­sto e i suoi col­le­ga­men­ti di rifor­ni­men­to era­no sot­to la sor­ve­glian­za per­ma­nen­te e l’attacco dei dro­ni rus­si. Era for­se pre­ve­di­bi­le, quin­di, che i rus­si avreb­be­ro chiu­so rapi­da­men­te il salien­te una vol­ta effet­tua­ta una spin­ta deci­sa. La fine effet­ti­va del­la par­ti­ta ha richie­sto, al mas­si­mo, una set­ti­ma­na di inten­si com­bat­ti­men­ti. Il 6 mar­zo le for­ze rus­se han­no sfon­da­to le dife­se ucrai­ne intor­no a Kuri­lo­v­ka, a sud di Sud­z­ha, e han­no minac­cia­to di inva­de­re la stra­da secon­da­ria di rifor­ni­men­to. Il 10 gli ucrai­ni si sta­va­no riti­ran­do da Sud­z­ha, che il 13 è tor­na­ta com­ple­ta­men­te sot­to il con­trol­lo russo.
È sta­to duran­te que­sto bre­ve perio­do di azio­ne deci­si­va che è emer­sa la cla­mo­ro­sa sto­ria dell’assal­to rus­so attra­ver­so il gasdot­to. Que­sto è diven­ta­to un aned­do­to emble­ma­ti­co, con fon­ti ucrai­ne che sosten­go­no che le trup­pe rus­se emer­gen­ti sono sta­te vit­ti­me di un’imboscata e mas­sa­cra­te, e fon­ti rus­se che lo accla­ma­no come un enor­me suc­ces­so. Pen­so che non sia que­sto il pun­to. L’assalto al gasdot­to è sta­to inno­va­ti­vo e ad alto rischio, e ha cer­ta­men­te richie­sto un’enorme tena­cia da par­te del­le trup­pe rus­se che han­no dovu­to stri­scia­re per chi­lo­me­tri lun­go il gasdot­to, ma alla fine non cre­do che abbia avu­to mol­ta impor­tan­za in ter­mi­ni operativi.
Sche­ma­ti­ca­men­te, la posi­zio­ne ucrai­na a Kur­sk era desti­na­ta a fal­li­re a metà set­tem­bre, quan­do le trup­pe rus­se han­no ricon­qui­sta­to Sna­go­st. Se gli ucrai­ni fos­se­ro riu­sci­ti a iso­la­re la riva sud del Seym, avreb­be­ro avu­to il fiu­me come pre­zio­sa bar­rie­ra difen­si­va a pro­te­zio­ne del loro fian­co sini­stro, non­ché l’accesso a spa­zi pre­zio­si e a ulte­rio­ri stra­de di rifor­ni­men­to. In real­tà, il fian­co ucrai­no è sta­to schiac­cia­to all’inizio dell’operazione dal­le vit­to­rie rus­se a Kore­ne­vo e Sna­go­st, lascian­do l’Ucraina a cer­ca­re di far­si stra­da fuo­ri da un salien­te mol­to com­pres­so e con poche stra­de. La deci­sio­ne (cor­ret­ta) rus­sa di con­cen­tra­re i con­trat­tac­chi sui fian­chi ha ulte­rior­men­te ridot­to lo spa­zio e lascia­to gli ucrai­ni con col­le­ga­men­ti di rifor­ni­men­to ina­de­gua­ti, sog­get­ti a con­ti­nui attac­chi dei dro­ni rus­si. Una recen­te pub­bli­ca­zio­ne ucrai­na sostie­ne che alla fine dell’anno i rin­for­zi ucrai­ni han­no dovu­to spo­star­si a pie­di sul­la linea del fron­te, tra­spor­tan­do tut­te le attrez­za­tu­re e i rifor­ni­men­ti, a cau­sa del­la per­si­sten­te minac­cia ai veicoli.
Com­bat­te­re in un salien­te angu­sto è qua­si sem­pre una cat­ti­va idea, ed è una sor­ta di moti­vo geo­me­tri­co del­la guer­ra che risa­le a mil­len­ni fa. Nell’attuale con­te­sto ope­ra­ti­vo, tut­ta­via, è par­ti­co­lar­men­te peri­co­lo­so, dato il poten­zia­le dei dro­ni FPV di satu­ra­re le linee di rifor­ni­men­to con esplo­si­vi ad alto poten­zia­le. In que­sto caso, l’effetto è sta­to par­ti­co­lar­men­te siner­gi­co: il salien­te angu­sto ha ampli­fi­ca­to l’effetto dei siste­mi d’attacco rus­si, e que­sto a sua vol­ta ha impe­di­to agli ucrai­ni di radu­na­re e soste­ne­re la for­za neces­sa­ria per espan­de­re il salien­te e crea­re più spa­zio. L’isolamento ha gene­ra­to il sof­fo­ca­men­to, e il sof­fo­ca­men­to ha gene­ra­to l’isolamento. Com­bat­ten­do per mesi con un fian­co crol­la­to, il rag­grup­pa­men­to ucrai­no era desti­na­to alla ste­ri­li­tà ope­ra­ti­va e alla scon­fit­ta fina­le qua­si fin dall’inizio.

Pho­to: RFE/RL/Serhii Nuzhnenko/Reuters

Il mon­do si sta anco­ra adat­tan­do alla nuo­va logi­ca cine­ti­ca del poten­te bino­mio ISR-Stri­ke che ora domi­na il cam­po di bat­ta­glia. Ciò che Kur­sk dimo­stra, tut­ta­via, è che le con­ce­zio­ni con­ven­zio­na­li sul­le ope­ra­zio­ni non sono affat­to obso­le­te: sem­mai, sono diven­ta­te anco­ra più impor­tan­ti nell’era dei dro­ni FPV. La scon­fit­ta dell’Ucraina a Kur­sk si ridu­ce in ulti­ma ana­li­si a rego­le con­so­li­da­te sul­le linee di comu­ni­ca­zio­ne e sul­la sicu­rez­za dei fian­chi. Le pri­me scon­fit­te del­le trup­pe di Kiev a Kore­ne­vo e Sna­go­st han­no lascia­to il loro fian­co occi­den­ta­le per­ma­nen­te­men­te pie­ga­to e le han­no respin­te su una cate­na logi­sti­ca sot­ti­le che era faci­le da sor­ve­glia­re e col­pi­re per le for­ze rus­se. In un cer­to sen­so, i dro­ni han­no reso pos­si­bi­le cir­con­da­re ver­ti­cal­men­te le for­ze nemi­che, iso­lan­do i grup­pi di pri­ma linea con una sor­ve­glian­za costan­te sul­le stra­de di rifor­ni­men­to. Que­sta era una carat­te­ri­sti­ca che man­ca­va in gran par­te a Bakh­mut, dove le for­ze rus­se pre­fe­ri­va­no anco­ra usa­re l’artiglieria a can­no­ne, ma sem­bra esse­re una carat­te­ri­sti­ca per­ma­nen­te del cam­po di bat­ta­glia in futu­ro, ren­den­do pre­oc­cu­pa­zio­ni appa­ren­te­men­te anti­qua­te come le “linee di comu­ni­ca­zio­ne” più impor­tan­ti che mai. I dro­ni sono impor­tan­ti, ma lo è anche la posi­zio­ne spa­zia­le del­le forze.
Quin­di, qua­li sono le con­se­guen­ze per gli ucrai­ni? Han­no man­da­to in fumo un paio di pac­chet­ti mec­ca­niz­za­ti accu­ra­ta­men­te gesti­ti: uno a Zapo­ri­z­hia nel 2023 e ora un secon­do a Kur­sk. In entram­bi i casi, non sono sta­ti in gra­do di far fron­te alla capa­ci­tà dei siste­mi d’attacco rus­si di iso­la­re i loro grup­pi sul fron­te, e alla sor­ve­glian­za e agli attac­chi rus­si sul­le aree di assem­blag­gio poste­rio­ri e sul­le basi di sup­por­to. La loro posi­zio­ne a Kur­sk non esi­ste più e non han­no otte­nu­to nul­la in cam­bio dei loro sforzi.
Tut­te le teo­rie sul per­ché l’Ucrai­na sia entra­ta a Kur­sk sono ormai un ana­cro­ni­sti­co ogget­to di spe­cu­la­zio­ne. Che inten­des­se o meno trat­te­ne­re una par­te sim­bo­li­ca del ter­ri­to­rio rus­so come mer­ce di scam­bio è irri­le­van­te, poi­ché quel­la par­te è anda­ta per­sa. Anco­ra più impor­tan­te, la teo­ria secon­do cui Kur­sk avreb­be potu­to for­za­re un impor­tan­te ridi­spie­ga­men­to del­le for­ze rus­se si è rive­la­ta erra­ta e ora minac­cia di ritor­cer­si con­tro gli ucrai­ni. La mag­gior par­te del­le for­ze rus­se a Kur­sk è sta­ta ridi­stri­bui­ta dal suo rag­grup­pa­men­to a Bel­go­rod, piut­to­sto che dal tea­tro cri­ti­co nel Don­bas (come abbia­mo nota­to in pre­ce­den­za, men­tre le AFU sta­va­no con­du­cen­do la loro “diver­sio­ne” a Kur­sk, i rus­si han­no com­ple­ta­men­te fat­to crol­la­re il fron­te meri­dio­na­le di Done­tsk e han­no spin­to ver­so l’alto il con­fi­ne dell’Oblast di Dnipro).
Ciò che è impor­tan­te nota­re, tut­ta­via, è che il fron­te di Kur­sk con­ti­nue­rà a esse­re atti­vo, anche se i rus­si han­no respin­to l’Ucraina oltre il con­fi­ne. Nel­la sua appa­ri­zio­ne a sor­pre­sa al quar­tier gene­ra­le del tea­tro di Kur­sk, Putin ha sot­to­li­nea­to la neces­si­tà di crea­re una “zona di sicu­rez­za” intor­no a Kur­sk. Que­sto è il ger­go rus­so per con­ti­nua­re l’offensiva oltre il con­fi­ne ucrai­no (e infat­ti le for­ze rus­se sono entra­te nell’oblast di Sumy in diver­si pun­ti) per crea­re una zona cusci­net­to. Que­sto avrà il dupli­ce sco­po di man­te­ne­re atti­vo il fron­te, impe­den­do all’Ucraina di ridi­stri­bui­re le for­ze nel Don­bas, e di pre­ve­ni­re qual­sia­si ten­ta­ti­vo da par­te del­le for­ze arma­te ucrai­ne di schie­ra­re le for­ze per un secon­do attac­co a Kur­sk. Mol­to pro­ba­bil­men­te i rus­si ten­te­ran­no di con­qui­sta­re le altu­re lun­go la linea di con­fi­ne e di posi­zio­nar­si a un’altitudine supe­rio­re rispet­to agli ucrai­ni, repli­can­do la situa­zio­ne intor­no a Kharkov.
In bre­ve, aven­do aper­to un nuo­vo fron­te a Kur­sk, gli ucrai­ni non pos­so­no ora chiu­der­lo facil­men­te. Per una for­za che deve affron­ta­re una gra­ve caren­za di per­so­na­le (leg­ge­re la mia pre­ce­den­te ana­li­si sul­lo sta­to disa­stro­so del­la mobi­li­ta­zio­ne ucrai­na se si desi­de­ra un aggior­na­men­to), l’incapacità dell’Ucraina di accor­cia­re il fron­te crea ulte­rio­ri stress inde­si­de­ra­ti. Con la pres­sio­ne rus­sa che con­ti­nua sen­za sosta nel Don­bas, ci chie­dia­mo se una bat­ta­glia di 9 mesi desti­na­ta a fal­li­re per Sud­z­ha sia sta­ta dav­ve­ro il miglior uso del­le risor­se sem­pre più scar­se dell’Ucraina.


(Tra­du­zio­ne dal­l’in­gle­se di Andrea Di Benedetto)