A proposito delle elezioni statunitensi e della discussione che imperversa sui media riguardo alle condizioni di salute mentale del presidente uscente Joe Biden, presentiamo la lettura che ne dà il noto analista geopolitico Simplicius nell’articolo che pubblichiamo tradotto in italiano.
Buona lettura.
La redazione
I media di regime raccontano l’indicibile
Simplicius
È piuttosto scioccante ciò che sta accadendo nella politica americana in questo momento, ma solo perché processi a lungo sepolti “dietro le quinte” sono venuti alla ribalta come mai prima d’ora. I Democratici e l’establishment in generale sono in preda al panico per la crisi che ha colpito Biden. Ascoltate la franca discussione nei media di regime qui sotto, che è illuminante nelle sue esplicite ammissioni:
Nel frattempo, l’Economist ha pubblicato un altro titolo e una copertina sbalorditivi:
Nella frase di apertura si ammette in modo sorprendente l’insabbiamento di cui essi stessi sono stati protagonisti per tutta la durata del mandato rubato:
Ricordate la loro copertura precedente:
I titoli che appaiono ora sono più scioccanti che mai: ciò che sarebbe passato su The Onion o su Babylon Bee (giornali satirici: N.d.T.) è ora una prassi delle agenzie di stampa di regime. Dalla CNN:
Ci sono due rivelazioni eloquenti dagli eventi recenti: la prima è come il regime sta usando l’attuale crisi politica solo per preservare il proprio potere, e trovare modi per salvare la faccia e proteggersi, piuttosto che riconoscere anche lontanamente il danno totale che è stato arrecato al Paese e alla popolazione a causa di ciò che hanno fatto. Questo include il danno alla sicurezza nazionale derivante dall’avere al potere un “leader” chiaramente disabile dal punto di vista cognitivo, che hanno protetto fino ad ora. E poi c’è il fatto che hanno compromesso anni di sviluppo americano, lasciando che la società appassisse e si degradasse per mano di un personaggio chiaramente demente. Il Paese è stato completamente devastato da crisi storiche, dall’iperinflazione alla criminalità e alla droga, alla dilagante invasione di immigrati clandestini e molto altro ancora, e questa classe politica corrotta ed egoista ha consapevolmente permesso a un fantoccio di presiedere a tutto questo, mentalmente incapace di fare qualcosa.
La seconda madre di tutte le rivelazioni è la realtà, ormai apertamente dichiarata, che un’oligarchica “comunità di finanziatori” e il deepstate gestiscono effettivamente il Paese. L’ultima volta abbiamo visto Axios ammettere apertamente che il governo di Biden è stato voluto da una classe oligarchica. Ora, ovunque ci si giri ci sono titoli che descrivono la “comunità dei finanziatori” che si riunisce in conclavi segreti per discutere una strategia coordinata per rimuovere il loro comandante in capo conservato in formaldeide.
Sentiamo continuamente che i “finanziatori” hanno deciso questo o stanno per fare quello, e diventa chiaro che la cosiddetta “democrazia” con cui siamo stati ingannati è un’invenzione, e in realtà non è altro che una sorta di asta per le élite, dove ai burattini con le offerte più alte viene dato il privilegio di intrattenere miliardari come Ari Emanuel, il “mega finanziatore” democratico che non solo è fratello del capo staff di Obama Rahm Emanuel, ma è anche figlio del noto terrorista Benjamin Emanuel del famigerato gruppo terroristico israeliano Irgun:
Il fatto che una camarilla segreta di finanziatori (leggi: oligarchi miliardari) si riunisca a porte chiuse per decidere la candidatura presidenziale degli Stati Uniti dice tutto quello che c’è da sapere su come funziona realmente il Paese, su chi detiene il vero potere e su quali interessi sono realmente al centro di tutte le decisioni politiche.
L’articolo del New York Magazine di oggi copre sorprendentemente la cortina di fumo orchestrata e fa alcune ammissioni scioccanti:
Di seguito sono riportati estratti da brivido, che descrivono innanzitutto il deterioramento di Biden:
La domanda, quasi troppo grande per essere posta, che incombe sull’America come un asteroide prossimo a provocare un’estinzione, viene di conseguenza sollevata: Chi è veramente al comando di questo Paese?
Poi arriva un’altra cosa impensabile: anni di cospirazioni a livello di QAnon vengono apertamente convalidate sulle pagine di un giornale mainstream:
“Deve esserci un gruppo segreto di leader governativi di alto livello che controllano Biden e che presto metteranno in moto il loro piano per sostituire Biden come candidato democratico alla presidenza”.
Anni di occultamento della cricca hanno infine completato il giro di boa e tutte le domande più scomode – e palesemente pericolose – vengono ora poste pubblicamente.
In realtà, ciò che l’articolo descrive in dettaglio è, in alcune parti, una lunga striscia di pregiudizi sulla normalità da parte dell’intellighenzia, troppo inorridita per esprimere a parole – o persino ammettere a se stessa – ciò a cui stava assistendo:
Quando discutevano di ciò che sapevano, di ciò che avevano visto, di ciò che avevano sentito, letteralmente singhiozzavano. Erano spaventati e inorriditi. Ma erano anche angosciati. Avevano bisogno di parlarne (anche se non in modo ufficiale). Avevano bisogno di sapere che non erano soli e non erano pazzi. Le cose andavano male, e sapevano che le cose andavano male, e sapevano che anche gli altri dovevano sapere che le cose andavano male, eppure dovevano fingere, esteriormente, che le cose stavano andando bene. Il presidente andava bene. Le elezioni sarebbero andate bene. Loro sarebbero stati bene. Ammettere il contrario avrebbe significato mettere a repentaglio il futuro del Paese e, beh, nessuno voleva esserne responsabile personalmente o socialmente. Le loro rivelazioni spesso seguivano domande innocenti: Ha visto il Presidente di recente? Come le sembra? Spesso rispondevano solo con il silenzio, con gli occhi che si allargavano in modo comico, con la testa che oscillava avanti e indietro. Oppure con suoni di disapprovazione. “Phhhhwwwaahhh”. “Uggghhhhhhhh”. “Bbbwwhhheeuuw”. O con un semplice: “Non va bene! Non va bene!”. O con una domanda accusatoria: “L’hai visto?!”.
E ancora, quella fatidica domanda rovente (grassetto mio):
Coloro che hanno incontrato il presidente in contesti sociali a volte hanno rilasciato commenti contrariati. Amici di lunga data della famiglia Biden, che mi hanno parlato a condizione di anonimato, sono rimasti scioccati nello scoprire che il Presidente non ricordava i loro nomi. In occasione di un evento alla Casa Bianca, l’anno scorso, un ospite ha ricordato con orrore di essersi reso conto che il Presidente non sarebbe potuto rimanere per il ricevimento perché, era chiaro, non sarebbe stato in grado di arrivare fino in fondo. L’ospite non era sicuro di poter votare per Biden, dato che ora era aperto a un’idea che prima aveva liquidato come propaganda di destra: Il nuovo presidente potrebbe anche non essere il presidente in carica, dopotutto.
Il testo prosegue descrivendo quello che in effetti è letteralmente il ventriloquio in diretta di un presidente americano in carica per mano di un deepstate burocratico (per lo più del tipo “doppio passaporto”, a quanto pare). È un’altra “teoria del complotto di destra”, oppure ora vengono tutte tranquillamente liquidate?):
Altri mi hanno detto che il presidente stava diventando sempre più difficile da contattare, anche per quanto riguardava gli affari ufficiali del governo, il tipo di cose su cui qualsiasi presidente degli Stati Uniti avrebbe comunicato regolarmente con funzionari di alto livello in tutto il mondo. Biden è stato invece circondato da strati crescenti di burocrazia che gli hanno permesso di parlare più di quanto non abbia fatto con i suoi interlocutori.
Un articolo del NY Times sull’incontro di Biden con una tavola rotonda di governatori democratici ci offre un altro sguardo illuminante:
Leggete quanto evidenziato qui sotto:
Non preoccupatevi, gente: è solo il cervello marcio di Biden ad essere completamente andato, ma per il resto la sua salute è buona. Dopo tutto, secondo i migliori propagandisti ucraini, è stato un raggio cerebrale russo a causare il blocco mentale di Biden:
Siete più sollevati ora?
Questi importanti sviluppi sono ormai sempre più evidenti in tutto il mondo, e sono parte integrante delle tattiche dell’establishment globale:
L’unica cosa che il regime ha in mente è l’autoconservazione del proprio potere, nient’altro conta.
In effetti, la migliore teoria proposta finora sul motivo per cui hanno tolto il tappeto da sotto i piedi di Biden è che l’establishment sperava di prolungare la farsa della “competenza” di Biden per guadagnare tempo e far deragliare la campagna di Trump con lo stratagemma delle condanne penali. Speravano che l’accumulo di reati a suo carico ne avrebbe offuscato il rating, così che Biden non avrebbe avuto nulla di cui preoccuparsi e l’azione sarebbe potuta proseguire incontrastata. Ma poiché il piano A non ha funzionato e hanno capito che Trump potrebbe essere qui per restare, l’unica cosa che rimaneva era il piano B: gettare Biden sotto l’autobus e scambiarlo con qualcuno in grado di affrontare Trump colpo su colpo senza sporcarsi i vestiti.
Ad ogni passo sconsideratamente corrotto, i Democratici stanno minando la già fragile fiducia della nazione nella “democrazia”. La gente si sta risvegliando come mai prima d’ora di fronte alla nuda finzione del processo politico del Paese. È stato smascherato come nient’altro che una sfilata di denaro per una classe distaccata di élite, incurante degli interessi dei cittadini o di qualsiasi principio, morale o di altro tipo.
A questo proposito, buon 4 luglio! Brindate, perché potrebbe essere l’ultimo.
Nota di precisazione
La redazione intende precisare che il giudizio dell’Autore dell’articolo sulle condizioni in cui versano gli Stati Uniti, soprattutto per quel che riguarda la “immigrazione clandestina”, rappresenta una sua opinione personale e non è condivisa da chi collabora a questo sito, né dai militanti del Collettivo.