Il tratto davvero incontestabile della rivoluzione è l'irruzione violenta delle masse negli avvenimenti storici (L.D. Trotsky, Storia della rivoluzione russa)

Guerra in Ucraina, Imperialismo e guerre imperialiste

La copertura

Dopo che il gior­na­li­sta d’in­chie­sta Sey­mour Hersh ha pub­bli­ca­to l’ar­ti­co­lo che ha fat­to luce sul­le respon­sa­bi­li­tà del­l’at­ten­ta­to che ha distrut­to il gasdot­to Nord Stream (qui su que­sto sito) pun­tan­do il dito sul­l’am­mi­ni­stra­zio­ne sta­tu­ni­ten­se, Washing­ton ha mani­fe­sta­to pro­fon­do imba­raz­zo e ha dif­fu­so una sto­ria del tut­to incre­di­bi­le nel mal­riu­sci­to ten­ta­ti­vo di allon­ta­na­re da sé le atten­zio­ni del­l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca mondiale.
Hersh, natu­ral­men­te, non pote­va fare a meno di sma­sche­ra­re la mal­de­stra ope­ra­zio­ne media­ti­ca con un secon­do arti­co­lo che pre­sen­tia­mo di segui­to tra­dot­to in italiano.
Buo­na lettura.
La redazione

La copertura


L’amministrazione Biden continua a nascondere la propria responsabilità per la distruzione dei gasdotti Nord Stream


Sey­mour Hersh

Sono pas­sa­te sei set­ti­ma­ne da quan­do ho pub­bli­ca­to un rap­por­to, basa­to su fon­ti ano­ni­me, che indi­ca­va nel Pre­si­den­te Joe Biden il per­so­nag­gio che ave­va ordi­na­to la miste­rio­sa distru­zio­ne, lo scor­so set­tem­bre, del Nord Stream 2, un nuo­vo gasdot­to da 11 miliar­di di dol­la­ri che avreb­be dovu­to rad­dop­pia­re il volu­me di gas natu­ra­le for­ni­to dal­la Rus­sia alla Ger­ma­nia. La sto­ria ha avu­to riso­nan­za in Ger­ma­nia e in Euro­pa occi­den­ta­le, ma è sta­ta ogget­to di un pres­so­ché tota­le oscu­ra­men­to media­ti­co negli Sta­ti Uni­ti. Due set­ti­ma­ne fa, dopo la visi­ta del can­cel­lie­re tede­sco Olaf Scholz a Washing­ton, le agen­zie di intel­li­gen­ce sta­tu­ni­ten­si e tede­sche han­no ten­ta­to di aumen­ta­re il blac­kout for­nen­do al New York Times e al set­ti­ma­na­le tede­sco Die Zeit fal­se sto­rie di coper­tu­ra per con­tra­sta­re la noti­zia secon­do cui Biden e gli agen­ti sta­tu­ni­ten­si sareb­be­ro respon­sa­bi­li del­la distru­zio­ne dei gasdotti.
Gli addet­ti stam­pa del­la Casa Bian­ca e del­la Cen­tral Intel­li­gen­ce Agen­cy han­no sem­pre nega­to che l’America fos­se respon­sa­bi­le dell’esplosione dei gasdot­ti, e que­ste smen­ti­te pro for­ma era­no più che suf­fi­cien­ti per l’organo di stam­pa del­la Casa Bian­ca. Non c’è pro­va che qual­che gior­na­li­sta accre­di­ta­to in loco abbia anco­ra chie­sto all’addetto stam­pa del­la Casa Bian­ca se Biden abbia fat­to ciò che qual­sia­si lea­der serio avreb­be fat­to: “inca­ri­ca­re” for­mal­men­te la comu­ni­tà di intel­li­gen­ce ame­ri­ca­na di con­dur­re un’indagine appro­fon­di­ta, con tut­ti i suoi mez­zi, e sco­pri­re chi ha com­piu­to l’azione nel Mar Bal­ti­co. Secon­do una fon­te del­la comu­ni­tà dei ser­vi­zi segre­ti, il Pre­si­den­te non l’ha fat­to e non lo farà. Per­ché no? Per­ché cono­sce la risposta.
Sarah Mil­ler, esper­ta di ener­gia e redat­tri­ce di Ener­gy Intel­li­gen­ce, socie­tà che pub­bli­ca impor­tan­ti rivi­ste spe­cia­liz­za­te, mi ha spie­ga­to in un’intervista per­ché la sto­ria del gasdot­to ha fat­to noti­zia in Ger­ma­nia e in Euro­pa occi­den­ta­le. «La distru­zio­ne dei gasdot­ti Nord Stream a set­tem­bre ha por­ta­to a un’ulteriore impen­na­ta dei prez­zi del gas natu­ra­le, che era­no già sei o più vol­te supe­rio­ri ai livel­li pre‑crisi», ha det­to. «Nord Stream è sta­to fat­to esplo­de­re a fine set­tem­bre. Le impor­ta­zio­ni di gas in Ger­ma­nia han­no rag­giun­to un pic­co un mese dopo, in otto­bre, a 10 vol­te i livel­li pre‑crisi. I prez­zi dell’elettricità in tut­ta Euro­pa sono aumen­ta­ti e i gover­ni han­no spe­so fino a 800 miliar­di di euro, secon­do alcu­ne sti­me, per pro­teg­ge­re le fami­glie e le impre­se dall’impatto. Gra­zie all’inverno mite in Euro­pa, i prez­zi del gas sono ora sce­si a cir­ca un quar­to del pic­co di otto­bre, ma sono anco­ra fra due e tre vol­te sopra i livel­li pre‑crisi e più di tre vol­te i prez­zi attua­li negli Sta­ti Uni­ti. Nell’ultimo anno, i pro­dut­to­ri tede­schi e di altri Pae­si euro­pei han­no chiu­so le loro atti­vi­tà a più alta inten­si­tà ener­ge­ti­ca, come la pro­du­zio­ne di fer­ti­liz­zan­ti e di vetro, e non è chia­ro quan­do, even­tual­men­te, que­sti impian­ti ria­pri­ran­no. L’Europa si sta dan­do da fare per met­te­re in cam­po capa­ci­tà sola­re ed eoli­ca, ma que­sto potreb­be non esse­re suf­fi­cien­te per sal­va­re ampie fet­te dell’industria tede­sca». (Mil­ler scri­ve in un blog su Medium).
All’inizio di mar­zo, il Pre­si­den­te Biden ha ospi­ta­to a Washing­ton il can­cel­lie­re tede­sco Olaf Scholz. Il viag­gio ha pre­vi­sto solo due even­ti pub­bli­ci: un bre­ve scam­bio di com­pli­men­ti pro‑forma tra Biden e Scholz davan­ti alla stam­pa del­la Casa Bian­ca, sen­za che fos­se­ro ammes­se doman­de, e un’intervista del­la CNN a Scholz da par­te di Fareed Zaka­ria, che non ha toc­ca­to le accu­se rela­ti­ve al gasdot­to. Il can­cel­lie­re era vola­to a Washing­ton sen­za espo­nen­ti del­la stam­pa tede­sca al segui­to, non era pre­vi­sta alcu­na cena for­ma­le e i due lea­der mon­dia­li non avreb­be­ro dovu­to tene­re una con­fe­ren­za stam­pa, come avvie­ne abi­tual­men­te in occa­sio­ne di incon­tri di così alto livel­lo. Inve­ce, è sta­to rife­ri­to in segui­to che Biden e Scholz han­no avu­to un incon­tro di 80 minu­ti, sen­za la pre­sen­za di assi­sten­ti per gran par­te del tem­po. Da allo­ra non sono sta­te rese pub­bli­che dichia­ra­zio­ni o inte­se scrit­te da par­te di nes­su­no dei due gover­ni, ma mi è sta­to rife­ri­to da una per­so­na che ha acces­so all’intelligence diplo­ma­ti­ca che si è discus­so del­la vicen­da del gasdot­to e, di con­se­guen­za, è sta­to chie­sto ad alcu­ni espo­nen­ti del­la Cen­tral Intel­li­gen­ce Agen­cy di pre­pa­ra­re una sto­ria di coper­tu­ra in col­la­bo­ra­zio­ne con l’intelligence tede­sca per for­ni­re alla stam­pa ame­ri­ca­na e a quel­la tede­sca una ver­sio­ne alter­na­ti­va  cir­ca la distru­zio­ne del Nord Stream 2. Stan­do alle affer­ma­zio­ni del­la comu­ni­tà dei ser­vi­zi segre­ti, l’agenzia avreb­be dovu­to “dare un segna­le al siste­ma” per cer­ca­re di smen­ti­re la tesi secon­do cui Biden avreb­be ordi­na­to la distru­zio­ne del gasdotto.
A que­sto pun­to, va nota­to che il Can­cel­lie­re Scholz, a pre­scin­de­re dal fat­to che fos­se sta­to o meno avvi­sa­to in anti­ci­po del­la distru­zio­ne del gasdot­to – que­stio­ne anco­ra aper­ta – è sta­to chia­ra­men­te com­pli­ce fin dal­lo scor­so autun­no nel soste­ne­re l’insabbiamento da par­te dell’Amministrazione Biden del­la sua ope­ra­zio­ne nel Mar Baltico.
L’agenzia ha fat­to il suo lavo­ro e, con l’aiuto dell’intelligence tede­sca, ha inven­ta­to e dif­fu­so sto­rie su un’operazione ad hoc “segre­ta” che ave­va por­ta­to alla distru­zio­ne dei gasdot­ti. La mani­po­la­zio­ne si basa­va su due ele­men­ti: un arti­co­lo del 7 mar­zo del New York Times, che cita­va un ano­ni­mo fun­zio­na­rio ame­ri­ca­no, e in cui si soste­ne­va che «nuo­ve infor­ma­zio­ni … sug­ge­ri­sco­no» che «un grup­po filo‑ucraino» potreb­be esse­re sta­to coin­vol­to nel­la distru­zio­ne del gasdot­to; e un arti­co­lo del­lo stes­so gior­no di Der Zeit, il set­ti­ma­na­le più let­to in Ger­ma­nia, in cui si affer­ma­va che i fun­zio­na­ri inve­sti­ga­ti­vi tede­schi ave­va­no rin­trac­cia­to una bar­ca a vela di lus­so noleg­gia­ta che, a quan­to risul­ta, era par­ti­ta il 6 set­tem­bre dal por­to tede­sco di Rostock per rag­giun­ge­re l’isola di Bor­n­holm, al lar­go del­le coste dane­si. L’isola si tro­va a poche miglia dall’area in cui le tuba­zio­ni sono sta­te distrut­te il 26 set­tem­bre. L’imbarcazione era sta­ta noleg­gia­ta da pro­prie­ta­ri ucrai­ni ed era gesti­ta da un grup­po di sei per­so­ne: un capi­ta­no, due som­moz­za­to­ri, due assi­sten­ti subac­quei e un medi­co. Cin­que uomi­ni e una don­na. Era­no sta­ti uti­liz­za­ti pas­sa­por­ti falsi.
Le due testa­te han­no inse­ri­to del­le avver­ten­ze nel­le loro sto­rie, sot­to­li­nean­do che, come ha det­to il Times, «c’erano mol­te cose che si igno­ra­va­no». Tut­ta­via, le nuo­ve infor­ma­zio­ni han­no dato ai fun­zio­na­ri «un mag­gio­re … otti­mi­smo» cir­ca la pos­si­bi­li­tà di giun­ge­re a una con­clu­sio­ne defi­ni­ti­va sui col­pe­vo­li. Ma, secon­do diver­si alti fun­zio­na­ri di Washing­ton e del­la Ger­ma­nia, ci vor­rà mol­to tem­po. Il mes­sag­gio era che la stam­pa e il pub­bli­co avreb­be­ro dovu­to smet­te­re di fare doman­de e lascia­re che gli inve­sti­ga­to­ri sco­pris­se­ro la veri­tà. Che, ovvia­men­te, non sareb­be mai arri­va­ta. Hol­ger Stark, l’autore dell’articolo pub­bli­ca­to su Die Zeit, si è spin­to oltre e ha osser­va­to che alcu­ni «nei ser­vi­zi di sicu­rez­za inter­na­zio­na­li» non ave­va­no esclu­so la pos­si­bi­li­tà che la sto­ria del­lo yacht «fos­se un’operazione sot­to fal­sa ban­die­ra». In effet­ti, lo era.
Una fon­te all’interno del­la comu­ni­tà dei ser­vi­zi segre­ti ame­ri­ca­ni mi ha rife­ri­to che «si è trat­ta­to di un’invenzione di sana pian­ta dell’intelligence ame­ri­ca­na che è sta­ta tra­smes­sa ai tede­schi e che mira­va a scre­di­ta­re la tua sto­ria». I pro­fes­sio­ni­sti del­la disin­for­ma­zio­ne all’interno del­la CIA san­no che una stra­te­gia di pro­pa­gan­da può fun­zio­na­re solo se chi la rice­ve è alla dispe­ra­ta ricer­ca di una sto­ria che pos­sa smi­nui­re o sosti­tui­re una veri­tà inde­si­de­ra­ta. E la veri­tà in que­stio­ne è che il Pre­si­den­te Joe Biden ha auto­riz­za­to la distru­zio­ne dei gasdot­ti e avrà dif­fi­col­tà a spie­ga­re la sua azio­ne men­tre la Ger­ma­nia e i suoi vici­ni dell’Europa occi­den­ta­le sof­fro­no per la chiu­su­ra del­le impre­se a cau­sa degli alti costi ener­ge­ti­ci di ogni giorno.
Iro­nia del­la sor­te, la pro­va più elo­quen­te del­la debo­lez­za del rap­por­to del New York Times è venu­ta da uno dei tre gior­na­li­sti del Times che han­no scrit­to la sto­ria. Pochi gior­ni dopo la pub­bli­ca­zio­ne dell’articolo, il gior­na­li­sta Julian Bar­nes, è sta­to inter­vi­sta­to dal con­dut­to­re Michael Bar­ba­ro nel popo­la­re pod­ca­st del Times, The Dai­ly. Ecco la trascrizione:

- Bar­ba­ro: Chi è sta­to esat­ta­men­te il respon­sa­bi­le di que­sto attac­co? E come ave­te fat­to lei e i suoi col­le­ghi a scoprirlo?
- Bar­nes: Cre­do che per gran par­te dell’indagine non abbia­mo fat­to le doman­de giuste.

- Uhm. E qua­li era­no le doman­de giuste?
- Beh, logi­ca­men­te ci era­va­mo con­cen­tra­ti sui Paesi.

- Uhm.
- Abbia­mo pas­sa­to in ras­se­gna tut­ti gli Sta­ti: è sta­ta la Rus­sia? È sta­ta l’Ucraina? E ci sia­mo tro­va­ti in un vico­lo cie­co dopo l’altro. Non tro­va­va­mo fun­zio­na­ri che ci dices­se­ro che c’erano pro­ve cre­di­bi­li che pun­ta­va­no a un gover­no. Così i miei col­le­ghi Adam Entous, Adam Gold­man e io abbia­mo ini­zia­to a por­ci una doman­da diver­sa. Potreb­be esse­re sta­to fat­to da atto­ri non statali?

- Uhm.
- È pos­si­bi­le che sia sta­to com­mes­so da un grup­po di indi­vi­dui che non lavo­ra­va­no per un governo?

- Una sor­ta di sabo­ta­to­ri free­lan­ce. Da dove è par­ti­ta que­sta nuo­va domanda?
- Abbia­mo ini­zia­to a chie­der­ci: chi potreb­be­ro esse­re que­sti sabo­ta­to­ri? O se non pote­va­mo rispon­de­re a que­sta doman­da, con chi potreb­be­ro esse­re schie­ra­ti? Potreb­be­ro esse­re sabo­ta­to­ri filo‑russi? Potreb­be­ro esse­re altri sabo­ta­to­ri? E più par­la­va­mo con fun­zio­na­ri che ave­va­no acces­so all’intelligence, più vede­va­mo que­sta teo­ria pren­de­re piede.

- Uhm.
- La mia pri­ma ipo­te­si, che si trat­tas­se di sabo­ta­to­ri filo‑russi, si è rive­la­ta sba­glia­ta. Abbia­mo capi­to che mol­to pro­ba­bil­men­te si trat­ta­va di un grup­po filo‑ucraino.

- Uhm. Quin­di, in altre paro­le, un grup­po di per­so­ne che ha fat­to que­sto per con­to dell’Ucraina. Cosa vi fa pen­sa­re che sia anda­ta così?
- Michael, devo esse­re mol­to chia­ro: sap­pia­mo dav­ve­ro poco, giu­sto? Que­sto grup­po rima­ne miste­rio­so. E rima­ne miste­rio­so non solo per noi, ma anche per i fun­zio­na­ri del gover­no sta­tu­ni­ten­se con cui abbia­mo par­la­to. San­no che le per­so­ne coin­vol­te sono ucrai­ne, rus­se o un misto. San­no che non sono affi­lia­ti al gover­no ucrai­no. Ma san­no anche che sono anti‑Putin e pro‑Ucraina.

- Dopo tut­te que­ste inda­gi­ni, ave­te sco­per­to che i respon­sa­bi­li appar­ten­go­no a un grup­po di per­so­ne che voglio­no la stes­sa cosa dell’Ucraina, ma che non sono uffi­cial­men­te lega­te al gover­no ucrai­no. Ma sono curio­so di sape­re: quan­to sie­te cer­ti che que­sti indi­vi­dui non sia­no col­le­ga­ti al gover­no ucraino?
- Beh, l’intelligence al momen­to dice che non lo sono. E anche se i fun­zio­na­ri ci dico­no che il Pre­si­den­te ucrai­no e i suoi prin­ci­pa­li con­si­glie­ri non lo sape­va­no, non pos­sia­mo esse­re cer­ti che sia vero o che qual­cun altro non lo sapesse.

I gior­na­li­sti del Times a Washing­ton era­no alla mer­cé di fun­zio­na­ri del­la Casa Bian­ca «che ave­va­no acces­so all’intelligence». Ma le infor­ma­zio­ni rice­vu­te pro­ve­ni­va­no da un grup­po di agen­ti del­la CIA esper­ti in ingan­ni e pro­pa­gan­da, la cui mis­sio­ne era quel­la di for­ni­re al gior­na­le una sto­ria di coper­tu­ra e di pro­teg­ge­re un Pre­si­den­te che ave­va pre­so una deci­sio­ne poco sag­gia e che ora sta men­ten­do al riguardo.


(Tra­du­zio­ne di Erne­sto Russo)