Le lezioni dell’11 settembre 1973
Waldo Mermelstein [*]
Settembre è un mese in cui rifletto sulla vita negli ultimi decenni. È stato quarantasette anni fa quando, molto giovane, ho vissuto di persona uno dei momenti più drammatici dell’America Latina: il golpe di Pinochet che rovesciò il governo eletto di Salvador Allende e instaurò una brutale dittatura.
Non si trattò di una casualità, poiché l’esperienza della Unidad Popular è stata sempre quella di tentare l’impossibile: fare delle riforme più o meno significative, combattere l’imperialismo americano nazionalizzando le miniere di rame, senza però trasformare il sistema sociale esistente. Altre analoghe esperienze – non ci sono mai situazioni uguali, nemmeno nello stesso Paese – terminarono in un disastro. Non tutti sanguinosi come il caso cileno, ma la spiegazione per l’odio degli imperialisti e dei cileni super‑privilegiati aveva una ragione: le grandi masse popolari sentivano che potevano molto di più e si rifiutavano di cedere le conquiste ottenute.
Purtroppo, ciò che si intravedeva quasi chiaramente ebbe un tragico sviluppo. Molti anni dopo ancora mi domando se le cose sarebbero potute andare diversamente. Se il potenziale risvegliato – e che si espresse nel ripudio della serrata padronale dell’ottobre 1972, nei cordoni industriali, nei marinai antigolpisti che rifiutarono di obbedire agli ordini degli ufficiali fascisti in occasione del fallito golpe del 29 giugno, nei contadini che occupavano le loro terre, nei Mapuche che lottavano per i loro diritti secolari, nei senza tetto che occupavano aree abitabili – non avrebbe potuto far fronte ai golpisti. Non lo si potrà mai sapere, perché la storia controfattuale è un esercizio imperscrutabile.
Ma, al di là della commemorazione di quelli che caddero, è necessario che le nuove generazioni conoscano a fondo l’esperienza cilena di quell’epoca per evitare che possa ripetersi.
Ripropongo uno dei vari articoli che ho scritto in questi decenni. Sempre con molto rispetto per tutte le vittime, compreso Allende, dell’assassino che prese il potere. Ma non è giusto che il tempo trascorso ci renda compiacenti verso gli errori tremendi che furono commessi. Allende non volle mai la rottura col sistema capitalista e pagò per questo con la propria vita.
Più che in passato, apprendere dalla storia per non ripeterla: questa è stata la lezione pratica più importante e che ha segnato la strada che da allora ho imboccato.
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L’altro 11 settembre: la tragedia cilena
[*] Waldo Mermelstein era, all’epoca del golpe Pinochet, un giovane militante della sinistra brasiliana esule in Cile per causa della dittatura nel suo Paese. È stato testimone diretto del processo rivoluzionario cileno e del brutale colpo di stato militare che vi pose fine.